AVVERTENZE
Il seguente articolo contiene spoiler de “Le Iene” del 1992 di Quentin Tarantino.
Se non lo avete ancora vistCOSA STATE ASPETTANDO RECUPERATELO!
Ansia, tazze di camomilla, coviddi e idee riconducibili alla sfera suicidaria sono state le mie più fedeli compagne di questa estate mentre scrivevo la tesi. Decisi di incentrarla sull’analisi e sull’interpretazione dei processi di adattamento delle storie nell’ecosistema mediale contemporaneo. Quale momento migliore per espandere le mie conoscenze?
I media citati nel mio elaborato sono stati il romanzo, le serie televisive e, in misura nettamente maggiore, cinema e videogiochi, da cui decisi di menzionare, tra gli altri, anche l’adattamento videoludico de Le Iene di Quentin Tarantino che giocai ormai anni fa sulla storica PlayStation 2. Il seguente articolo, quindi, prenderà in parte spunto anche dalla mia tesi.
Adattare in termini videoludici
Man mano che raccoglievo informazioni su questo titolo rimasi stupito del totale oblio collettivo che ancora oggi permane intorno a questo titolo. Certo, i gameplay non sono difficili da trovare, ma a tutt’oggi il tasso di persone ignare di tale trasposizione sembrerebbe attestarsi su livelli alti. Un fatto un po’ strano trattandosi di un adattamento di un film celeberrimo della storia del cinema contemporaneo.
Neppure l’involontaria ironia dietro allo stravolgimento estetico di alcuni personaggi ha aiutato il videogioco a farsi riconoscere viralmente tramite appositi meme (Mr. Orange sembra assomigliare più all’amico di Jimmy Neutron Carl Wheezer che a Tim Roth, tanto per intenderci…). Cliccate qui se volete vedere l’intro del videogioco.
Eppure, questo adattamento datato 2006 già rivelava le possibilità offerte dal medium videoludico, così come il romanzo e i fumetti, di poter far ri-vivere al fruitore un mondo già stabilito entro precisi perimetri narrativi ma in maniera decisamente più espansa. Tutto questo ancora prima che i cosiddetti mondi espansi in chiave ecosistemica venissero studiati da accademici e appassionati.
Una narrazione inedita
L’idea di scrivere questo articolo deriva dalla già citata riconfigurazione narrativa dell’opera originale che arricchisce il bagaglio esperienziale del fruitore che ha visto anche il film.
Le Iene, nonostante si tratti a tutti gli effetti di un adattamento cosiddetto crossmediale (che prevede cioè la declinazione di uno medesimo racconto su differenti media), presenta tratti tipici anche delle narrazioni cosiddette transmediali (l’estensione narrativa di una storia su più media). In poche parole, la transmedialità vede una storia nata su un mezzo specifico espandere il suo potenziale universo narrativo su più media, secondo le logiche e i linguaggi del/i medium ospitante/i.
Se consideriamo l’aspetto crossmediale, il lavoro svolto da Eidos Interactive rimane estremamente fedele alla storia nata dalla mente di Tarantino, ibridata da un gameplay in Third-Person Shooter ispirato pesantemente da Grand Theft Auto.
La rapina alla gioielleria a inizio videogioco
“Più morto di Dillinger”
Nonostante l’adattamento de Le Iene non spicchi per peculiari innovazioni sul versante del game design, ciò che affascina è il suo aspetto transmediale. Si avrà infatti la possibilità di esplorare i luoghi menzionati nella pellicola, in primis la gioielleria dove avverrà la rapina. Impersonificando alcuni dei protagonisti, il videogiocatore dovrà intraprendere differenti percorsi che lo condurranno al magazzino adibito come luogo di ritrovo per la spartizione del bottino.
Non mancano altri subplot come il rapimento del povero poliziotto vittima delle cruenti torture da parte di Mr. Blonde.
L’aspetto più curioso di questa operazione di transcodificazione del testo filmico è probabilmente la morte di Mr. Blue, rimasta un mistero nella pellicola. Nel videogioco, invece, essa avverrà per mano della polizia all’interno di una sala cinematografica al termine di una proiezione di un film western, non a caso il luogo e genere prediletti da Tarantino.
Cutscene finale dell’ultima missione “Più morto di Dillinger”
Inoltre…
Ma l’espansione non si ferma qui. Cosa accade a Mr. Pink una volta uscito dal magazzino a seguito dello Stallo alla Messicana tra gli ultimi sopravvissuti della banda di Joe Cabot? Se il film consente allo spettatore di interpretare liberamente il destino ignoto di questo personaggio, nella controparte videoludica assistiamo invece al suo arresto poco dopo la sua uscita dal magazzino. Come direbbe Umberto Eco, passiamo da una struttura aperta del testo (o Opera Apera), dove l’utente partecipa alla costruzione della storia, a una invece decisamente più chiusa, dove questa libertà viene fortemente ridimensionata.
L’arresto di Mr. Pink durante lo scorrere dei titoli di coda nel videogioco
Le Iene in sintesi
Come abbiamo potuto osservare, è interessante come questa operazione di adattamento, seppur ormai obsoleta su più fronti (in primis quello grafico), sia stata capace di riscrivere una storia già stabilita dal cinema, il medium visivo per eccellenza. Un altro esempio che si potrebbe menzionare è The Warriors, sempre per Ps2 e tratto dal film I Guerrieri della Notte di Walter Hill del 1979.
La storia originaria ideata da Tarantino viene quindi rimodulata, fornendo ulteriori indizi sulle dinamiche meno note che confluiscono nella totalità progettuale. Così come il romanzo, anche il medium videoludico si fa portavoce di un mondo ricchissimo apparentemente infinito e di una esperienza unica che non potranno mai essere replicati in altri contesti mediali.
BIBLIOGRAFIA CONSULTATA
– In merito alla crossmedialità: Cajelli D. e Toniolo F., Storytelling crossmediale. Dalla letteratura ai videogiochi, Milano, Edizioni Unicopli, 2018
– In merito alla transmedialità: Jenkins H., Cultura Convergente, trad. it., Milano, Apogeo, 2007