Oggi parliamo di “Swoon!”, un Adventure 2.5D Platformer in uscita nel 2022 su Nintendo Switch e PC. Abbiamo potuto fare quattro chiacchiere con il suo creatore, lo sviluppatore Giuseppe Licata, che ringraziamo per il tempo che ci ha dedicato. Potrete vedere il trailer di gioco dalla sua pagina Steam. Buona lettura, e allacciate le cinture della vostra navicella!
Nota: l’intervista è stata editata per essere più adatta al formato attuale. Ringraziamo Giuseppe Licata per i materiali di Swoon forniti, che corredano l’articolo.
Prologo – prima di Swoon!

Parlaci un po’ di te. Come sei arrivato allo sviluppo di videogiochi?

Mi sono innamorato del SNES all’età di 5 anni e da allora ho cercato di capire come sono fatti i videogiochi. Ho iniziato a studiare 3D nel 2011, imparando le basi da autodidatta. Ho frequentato un corso di 3D Studio Max in un ATC (Autodesk Training Center) e sono rimasto colpito da quello che si poteva fare con quel software. Il corso durava 3 mesi e ricopriva tre macrosettori: Modellazione, Rendering e Animazione. Ho appreso in fretta e a metà programma avevo prenotato un volo per Los Angeles e fatto un colloquio con la Gnomon perché volevo approfondire.
La Gnomon mi accettò e partii qualche giorno dopo aver finito il corso. Sono arrivato a Hollywood elettrizzato. Lì insegnavano soltanto Maya, e mi iscrissi a una classe chiamata Maya Fast Track. Volevo sfruttare tutte le opportunità che la Gnomon offriva, quindi un corso intensivo faceva al caso mio, e ho studiato anche figure drawing. Finita l’esperienza alla Gnomon ho vissuto in parte a Londra, Amsterdam e Australia. Nel corso degli anni ho lavorato continuamente come UX Designer e Motion Graphic Designer, ma tutte le aziende di videogiochi a cui ho sottoposto una candidatura mi hanno respinto, dicevano che avevo molte abilità ma che non cercavano un 3D generalist.


Nel 2014 ero nel panico, non trovavo ancora un lavoro nel settore, riuscivo a creare degli assets per indie games in progetti che però non andavano mai in porto. S.Wiggins (Director of Placement & Alumni Relations alla Gnomon) alla vista del mio portfolio mi scrisse: “Wow, hai un sacco di cose!! Purtroppo al giorno d’oggi vogliono persone specializzate”.
Lì ho capito che non sarebbe stato facile trovare lavoro nel settore dei videogiochi, ma ho continuato a studiare e ad allenarmi. Ero diventato molto bravo nel Rigging, nella modellazione, nelle texture, nelle animazioni, nel rendering. Alla fine capii che dovevo usare la carta Generalist a mio favore. Mi sono detto, se l’unica cosa che mi resta da imparare nello sviluppo di un videogioco è il coding, allora devo impararlo. Così sono finito a fare tutto da solo.
Cranky Alien e Swoon!

Vedendo il trailer di “Swoon!”, nei primi secondi mi ha colpito il logo di Cranky Alien. C’è una storia particolare dietro alla scelta di questo nome?

Il logo di Cranky Alien rappresenta un po’ la mia storia. Detto in parole spicce, sono un po’ “cranky” mentre lavoro al computer e sono concentrato. Purtroppo anche questo fa parte del lavoro che ho scelto! In alcuni contesti sociali ci si sente come un pesce fuor d’acqua, quindi l’alieno non è sempre chi viene da un altro pianeta. La frase attorno al logo è una citazione di Sir Francis Drake: “The light of past discovery draws me forward. Its shining light guides me to the glory of exploration.”

Entriamo nel vivo parlando del tuo progetto, “Swoon!”, Adventure 2.5D Platformer. Da dove nasce l’idea, e quali titoli sono presenti nel “DNA” del tuo gioco, che siano dello stesso genere o meno?

Ho vissuto qualche anno in Australia e dopo essere tornato in Italia ho sentito un vuoto. Una nostalgia dei suoi colori, della sua natura incontaminata. Nello stesso tempo stavo creando navicelle spaziali in 3D perché il senior recruiter di Guerrilla Games, vedendo i miei lavori mi aveva consigliato di specializzarmi in cose più meccaniche in modo da avere più possibilità di entrare nel loro team.
Ho creato molte navicelle e le postavo su Instagram (@captgrant). Piano piano si è fatta strada dentro di me l’idea di un videogioco che unisce lo stile Sci-Fi alla natura incontaminata dell’Australia. Il protagonista di Swoon! si schianta in Australia e deve raccogliere i pezzi sparsi della sua navicella per poter ritornare a casa, questo è il plot del gioco. Penso che nel DNA del gioco sia percepibile la mia passione per i giochi Nintendo, quindi credo sia un bel frullato di Classic Games, come Donkey Kong Country.


Ci saranno particolari poteri a disposizione del protagonista, nella sua avventura?

Sì, essendo un alieno può fluttuare, fare capriole a mezz’aria, e sto lavorando ad altre meccaniche per i prossimi territori. Quello che si vede nel primo trailer è un po’ lo stato embrionale del progetto. C’è molto di più e si vedrà nei prossimi trailer.

Hai qualche particolare retroscena da raccontare sullo sviluppo fino a questo punto? Un’esperienza che ti ha colpito, o un momento che ti ha dato filo da torcere?

Il momento più assurdo per me è stato il “Sì” di Nintendo per il porting, ed è stato anche il momento che mi ha dato più filo da torcere perché la Switch ha un hardware limitato e ottimizzare il gioco per questa console può essere una bella sfida. Per fortuna avevo già in mente Nintendo per questo gioco.
Lo stile di Swoon! e gli assets che ho creato si prestano bene e sono stati facilmente ottimizzati per questo scopo e il gioco gira ai frame massimi sul devkit della Switch. E’ un’emozione immensa vedere una propria creazione girare sulla console, per me è stato un momento speciale.

Su CineWriting abbiamo parlato della situazione in Italia dei team di sviluppo, e di recente si è visto il First Playable Fund, una timida, prima misura per sostenere i progetti in ambito videoludico. Quali sono i tuoi pensieri sulla scena nostrana per quanto riguarda i videogiochi?

Sì, sembra che però le risorse siano esaurite subito e che non è più possibile presentare una domanda. Io credo che qualcosa si stia muovendo nell’ambito videoludico italiano e spero tanto in una realtà diversa da quella attuale. Spero che questi fondi siano destinati alle persone giuste e non ad aziende incentrate soltanto sul settore mobile e sulla monetizzazione attraverso click e acquisti in-app. Spero di più in co-produzioni tra artisti, e sulla riuscita di piccole imprese che riescono a pubblicare videogiochi di qualità nonostante tutto. Incrocio le dita.
Assieme a Giuseppe incrociamo anche noi le dita, sperando che il videogioco possa essere considerato con sempre maggior serietà da parte delle istituzioni, anche grazie all’azione di operatori del settore, community e altri. E auguriamo buona fortuna a questo sviluppatore, curiosi di esplorare prossimamente il mondo di Swoon!
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