
Aspire: Ina’s Tale
Available Platforms
Release Date
17 dicembre 2021
Developer
Wondernaut Studio
Publisher
Untold Tales
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La Torre. Un’immensa struttura, labirintica, maestosa, imponente. Dall’interno, però, per i suoi inquilini è più una sorta di… prigione. Aspire: Ina’s Tale, titolo di Wondernaut Studio (e pubblicato da Untold Tales, di cui non molto tempo fa venne recensito sulle nostre pagine Golf Club Wasteland), inizia col risveglio della protagonista, prima incapsulata in una sorta di globo. La mia mente è volata al recente Ender Lilies: Quietus of the Knights, con la cui protagonista Ina condivide alcune caratteristiche, in primis l’apparente fragilità. I suoi passi appaiono incerti, ma in realtà ha ben chiaro cosa desidera fare. Scappare. Nel design di questo personaggio, e di alcune ambientazioni, non ho potuto mancare di riconoscere il voler emulare un certo stile, ovvero quello di Gris. E il capolavoro di Nomada Studios è, a mio avviso, una delle più lampanti fonti d’ispirazione per l’opera sotto analisi oggi, che unisce brevi puzzle di varia difficoltà ad una narrazione sussurrata, e una piacevole presentazione. Desidero raccontarvi la mia avventura con Ina in questa recensione, effettuata grazie ad un codice review su Nintendo Switch. Buona lettura!
Poteri e responsabilità
Aspire Ina’s Tale è un viaggio verso la libertà, ma soprattutto verso la consapevolezza di sé. Mentre avanza lungo diverse aree, la sacerdotessa, appellata come “Cuore” della Torre dai radi NPC che incontra, si pone domande su questo luogo, la vita precedente, e cosa significhi afferrare il futuro con le proprie mani… e il prezzo da pagare per ottenerlo. A sua disposizione saranno dei poteri sbloccati progressivamente, che consentono di controllare fonti energetiche, lo spostamento di oggetti e le loro dimensioni.

Tutto ruota attorno a uno o più di questi meccanismi, nelle fasi avanzate, con enigmi che mi sono sembrati della giusta difficoltà. A complicare la situazione, ma non in modo positivo, intervengono però alcuni elementi di design, come sezioni maggiormente action in cui il sistema di controllo fatica ad essere reattivo, portando a game over frustranti. Questo accade perché ad esempio l’attivazione di un potere, cristallo da inserire in un marchingegno, richiede un pulsante, e per rimuoverlo ne occorre una pressione prolungata. Più facile a dirsi che a farsi, dal momento che la reazione dei dispositivi è piuttosto lenta, elemento che contrasta in modo visibile con l’urgenza di alcune delle situazioni. Addirittura, in un’occasione mi è capitato di superare una sezione per merito di… un bug, con la protagonista che ha attraversato un ostacolo!
Per questi momenti frustranti, se ne sono susseguiti altri in cui restavo a bocca aperta per ambienti maestosi, non nei dettagli quanto per il modo in cui comunicassero la malinconia di un luogo come la Torre, ormai decaduto. La protagonista stessa commenta la meraviglia delle enormi strutture, di aree lussureggianti come l’Arboretum, utilizzando l’espressione “bellezza infranta”, e credo che l’aspetto visivo sia decisamente l’elemento più riuscito di quest’avventura. L’esplorazione vive di alti e bassi, come ad esempio l’area iniziale, che ho trovato poco interessante nel design, persino repulsiva, quando invece il resto dell’avventura offre decisamente di più. Inusuale, dal momento che spesso le introduzioni ai videogiochi, in quanto biglietto da visita dello stesso, risultano essere tra le sezioni più curate.
Tra le stanze della Torre si nascondono piccole aree con poemi e memorie che svelano minuscoli retroscena: nulla di sconvolgente, anzi, avrei preferito ricevere qualche ulteriore informazione, dal momento che vengono dosate col contagocce, a discapito dei personaggi, di cui si vorrebbe sapere di più; ne ho trovato riuscito il design, ma vengono a mio avviso messi da parte con troppa facilità. La lente è decisamente puntata su Ina, di cui conosciamo paure e speranze, grazie a diversi monologhi e commenti, che aiutano ad entrare in sintonia con lei, ma senza offrire qualcosa di davvero memorabile. In generale, credo che Aspire: Ina’s Tale nasconda potenzialità inespresse, che spero possano confluire in futuri titoli di Wondernaut Studio.
Commento Finale
Quasi come a rispecchiare il proprio titolo, ho trovato Aspire: Ina’s Tale un’opera che desidera emulare grandi titoli, e che ha qualcosa da narrare tra le righe, ma l’amalgama mi è parso non affinato al punto giusto. Ad ambientazioni che a tratti lasciano a bocca aperta, e un’evocativa colonna sonora, si accompagnano sprazzi mediocri che come catene impediscono al gioco di spiccare il volo, ed elevarsi verso ben altre vette. Non è un titolo da giudicare negativamente, o sconsigliare, ma per me non riesce a far breccia, e si accontenta di restare ad un livello superficiale, senza raggiungere il cuore, risultando “solo” gradevole e innocuo.
Recensione a cura di Marcello Cascio.
Qui il sito ufficiale di Aspire: Ina’s Tale. Vuoi leggere altri articoli qui su GameWriting? Clicca qui!

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Pros
- Ambientazioni visivamente interessanti.
- La meccanica dei poteri per interagire nell'ambiente con i poteri è interessante...
Cons
- Si ha la costante sensazione di un potenziale inespresso.
- ... purtroppo, il sistema di controllo poco preciso rende meno piacevole l'avventura.