
Crash Bandicoot 4: It’s About Time
Available Platforms
Genre
Platform
Release Date
2 ottobre 2020
Developer
Toys for Bob
Publisher
Activision
Deals
1996. Sulla prima console Sony, sbarca un platform creato da Naughty Dog, destinato a dar vita ad un’icona: Crash Bandicoot. Il panorama di questo genere su Playstation era variegato, con esponenti successivi come Spyro, Medievil, Tomb Raider, Oddworld e altri, ma il marsupiale protagonista riuscì a creare un nutrito seguito di fan. Vi furono dunque due sequel, nati dallo stesso studio. Successivamente, venne anche Crash Team Racing, poi la saga attraversò diverse fasi dall’era Ps2 in poi.
L’ira di Vortex, Crash of the Titans, Crash XS e altri, creati da diversi studi di sviluppo, riprendevano la formula originaria o la modificavano leggermente, ma senza raggiungere il successo della trilogia originale. Come aneddoto personale, ricordo che L’Ira di Cortex mi fu regalato prima ancora di avere una Playstation 2, e dopo l’arrivo della console, causa mancanza di una memory card, ogni volta ricominciavo quel titolo di Crash. Nella lente da bambino era comunque bello impersonare il marsupiale protagonista, ma qualcosa era diverso, rispetto a prima, come se mancasse un pizzico di magia. Curiosamente, provai lo stesso sentimento con Spyro: Enter the Dragonfly, incapace di restituire le stesse sensazioni che avevo provato con i precedenti giochi del draghetto viola.
Gli anni passano, e nel frattempo il successo della Crash Bandicoot: N.Sane Trilogy , che ha riproposto sull’attuale generazione i tre capitoli originali, immutati nel gameplay ma completamente rivisti nella grafica, ha portato il 2 ottobre all’uscita di Crash Bandicoot 4: It’s About Time. Questo sequel è riuscito a riproporre in modo vincente la saga? Vediamolo assieme, in questa recensione del gioco, da me provato su una Playstation 4 modello base.

Ricomincio da… quattro?
Sin dal titolo, questo nuovo capitolo della saga si propone come una continuazione della trilogia originale. Mi torna alla mente la celebre frase di Troisi da “Ricomincio da tre”: nel caso di questo nuovo Crash, le altre avventure del marsupiale vengono eliminate dal canon, e tutto riprende da dove eravamo rimasti alla fine di Warped, il terzo capitolo.
Crash, Coco e Aku Aku si godono il meritato riposo dopo aver sconfitto il malvagio dottor Cortex, la maschera Uka Uka e N.Tropy. Ma basta poco ai loro nemici per spezzare la propria prigionia, e i guai ricominciano: stavolta, è a rischio l’intera tenuta del continuum spazio-temporale! Dopo una breve sequenza animata, si viene lanciati subito nel cuore dell’azione. In un livello tutorial che richiama nostalgicamente il primo Crash Bandicoot, cominciamo a muovere i primi, marsupialeschi (?) salti e passi. Buche, templi, casse da distruggere, oppure no, se si tratta di TNT o Nitroglicerina. In sintesi, ci si trova subito di fronte al caro vecchio Crash, come se non fosse trascorso un giorno.
A spasso nel tempo
Eppure, le novità non mancano, seppur centellinate. La struttura di gioco non ha un hub centrale, come in Cortex Strikes Back o Warped, bensì è identica a quella del primo Crash Bandicoot. Ogni mondo, inserito in una precisa cornice temporale, offre circa tre livelli standard, e a volte una boss battle. Rispetto al passato, i livelli risultano più lunghi, e in generale ho trovato la difficoltà assestarsi sul grado del primo Crash Bandicoot, se non oltre. È possibile affrontare l’avventura usando il classico sistema a vite, che una volta esaurite costringono a ricominciare un livello, oppure con vite infinite, e un contatore delle morti (importante per ottenere alcuni tesori). Un’altra impostazione aggiunge un’ombra che aiuta a calibrare con più precisione i salti. Entrambe sono opzioni, una gradita aggiunta accessibile in ogni momento.
Collectathon tra gemme, reliquie e… vhs?!
Il primo completamento del livello, e anche del gioco, è solo un riscaldamento. Per chi desidera ulteriori sfide, esistono infatti diversi tesori da raccogliere, come gemme (distruggendo diverse quantità di casse di un livello), reliquie (completando i livelli nel minor tempo possibile) e persino speciali VHS, che sbloccano i livelli flashback. Ai livelli tradizionali, inoltre, si affiancano da un certo punto in poi quelli N.vertiti, varianti ribaltate orizzontalmente che presentano differenti stili grafici. Ognuno di questi ha il proprio set di gemme, raddoppiando di fatto l’elenco dei possibili collezionabili. A questi si aggiungono diverse skin per Crash e Coco, ottenibili raggiungendo un certo quantitativo di gemme in ogni livello.
Le parole che non ti ho detto
Un aspetto che mi ha decisamente divertito è la caratterizzazione dei personaggi. In primis questa passa attraverso lo stile cartoon, con brevi sequenze animate splendide. Ad arricchire il quadro intervengono poi le linee di dialogo inserite durante i livelli. Ad esempio, N.Gin, nemico storico della serie che torna in questo sequel, ci terrà a farci sapere con quale spettacolo intende annichilirci, mentre attraverseremo i livelli del suo mondo. O ancora, Cortex non la smetterà di chiacchierare, in particolare durante i livelli Flashback (veri e propri enigmi, che approfondiscono inoltre il passato di Crash). Sono efficaci anche Dingodile e Tawna, l’uno in precedenza nemico di Crash, l’altra una versione alternativa di un vecchio personaggio, che controlleremo in livelli specifici. Ognuno di questi propone un proprio gameplay, ed è un interessante divertissement rispetto alle avventure di Crash e Coco, che comunque costituiscono il piatto forte dell’esperienza.

Potere Quantico
La vera novità del titolo sono le maschere quantiche, quattro in totale. In quasi ogni mondo ne sbloccheremo una, che altera la realtà, e dunque il gameplay, in sezioni specifiche dei livelli. Quest’aggiunta di Toys for Bob ha permesso sviluppi diversi per gli scenari, a volte anche sorprendenti, dando vita a nuove sfide. La maschera più divertente probabilmente è Kapuna Wa, che rallenta il tempo circostante, permettendo di evitare trappole normalmente inavvicinabili, e persino di passare sulla letale Nitro! I momenti più esaltanti, però, sono quando più maschere iniziano ad affollare i percorsi, con sezioni che a volte diventano quasi infernali (e che in modalità Time Attack richiederanno numerosi tentativi).
Fortunatamente nella campagna standard i checkpoint sono ben inseriti, e i caricamenti dopo una morte istantanei, dunque è questione di un attimo rigettarsi nella mischia. Parlavo prima di “riscaldamento” riguardo il primo giro dei livelli, perché le abilità acquisite e la conoscenza di trucchi e trappole risulta poi fondamentale per le sfide più estreme.
A colpire, oltre a questi nuovi poteri, è il modo in cui Toys for Bob ha approcciato il gameplay di Crash. Qualsiasi fan della saga si sentirà subito a casa, partendo dallo stile sopra le righe e da una colonna sonora scoppiettante, e passando per meccanismi classici, rodati, ma rivisti. I livelli presentano diversi momenti in cui la regia offre panorami mozzafiato, che mostrano in anteprima le insidie che affronteremo. Ogni stage si basa su alcuni meccanismi che, lentamente presentati ai primi checkpoint, poi divengono via via più complessi, e portano a dei rush finali da batticuore. Per quanto riguarda le ambientazioni, abbiamo cave con tesori, mondi futuristici, lande innevate e tunnel: nulla che i fan della serie non conoscano, ma presentato in un modo che fa gioire gli occhi, ed incanta. Crash è tornato… ed in forma smagliante.
Commento finale
Dopo episodi di qualità altalenante, con un colpo di spugna Crash “ricomincia da quattro” con Toys for Bob che crea un nuovo continuum per la saga. Si tratta di un episodio che ha solide radici nei suoi predecessori, ma che grazie ad alcune novità e ad un buon design dei livelli garantisce ore ed ore di divertimento e sfide per tutti. Il miglior Crash Bandicoot di sempre.
Recensione a cura di Marcello Cascio.

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Pros
- Un platform dall'alto livello di sfida, con presenti opzioni per personalizzare l'esperienza.
- Design di personaggi e livelli ottimo.
Cons
- Prestazioni sul modello base di PS4 non stellari.