
Song of Horror
Available Platforms
Genre
Adventure , Avventura Grafica , Horror , Psychological Horror , Survival Horror
Release Date
28 maggio 2020
Developer
Protocol Games
Publisher
Raiser Games
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La caduta della casa di Husher
La nostra storia ha inizio con Daniel Noyer, assistente dell’editore Etienne Bertrand con un passato da alcolista, e la sparizione nel nulla dell’autore di Sebastian P. Husher e del suo promesso ultimo manoscritto. Non riuscendo a contattare alcun membro della famiglia Husher, Daniel viene incaricato di raggiungere personalmente la villa del romanziere e indagare; avventura che si conclude in un tetro sottoscala dalle regole molto diverse dalla nostra realtà. Da qui in poi, la tetra storia che ruota intorno alla casa di Husher e all’infestato antico carillon che per qualche tempo ha ospitato si dipana attraverso cinque episodi principali – ciascuno della durata di un’ora o poco più – in cui i giocatori saranno chiamati a scegliere i propri alter ego tra quattro personaggi sempre diversi, dotati di caratteristiche fisiche e mentali differenti e una psicologia propria. Se discendere nei sotterranei della magione di Sebastian P. Husher già non sembra una buona idea, aspettate soltanto di scoprire dove vi porteranno i seguenti quattro appuntamenti con la disavventura scritta dal team di Protocol Games; sarà un viaggio terribilmente piacevole.
Seguiteci nella nostra avventura, da noi testata su Xbox Series X grazie a una review key.
Memorie terribilmente vivide
Disseminato di riferimenti a opere letterarie di autori del calibro di Edgar Allan Poe e Howard Phillips Lovecraft, Song of Horror approda su console in un’edizione completa di tutti i capitoli già usciti su PC tra l’Halloween del 2019 e il maggio del 2020, regalandoci molto più di un semplice e anonimo nuovo survival horror. Nell’anno della sacrosanta celebrazione di Resident Evil Village e dell’hype per un nuovo Silent Hill per ora ancora avvolto nel mistero, la produzione indipendente di Song of Horror ci riporta ai tempi di avventure classiche come i primissimi Alone in the Dark e, perché no, a quelle avventure grafiche che da qualche tempo diventa via via più raro incontrare sugli scaffali digitali e non del mercato videoludico. Lontana dall’azione rocambolesca di un horror assolutamente moderno e dall’andamento inquietante e riflessivo, Song of Horror si propone di raccontare un incubo tanto terribile quanto affascinante, e ricorda da vicino, per qualche aspetto, le atmosfere e il ritmo cerebrale della pietra miliare Amnesia: The Dark Descent, con cui condivide più di qualche meccanica di gioco.
Percorsi accidentati
È difficile, a tratti, ricordarsi che Song of Horror non è un titolo tripla A. Dotato di un comparto narrativo realmente eccellente e di un fascino irresistibile, il progetto di Protocol Games è memore di ben due fallite campagne su Kickstarter e porta con sé il peso e la consapevolezza di un budget di media entità; impossibile non apprezzare il coraggio del team di sviluppo spagnolo, che ha lottato per portare alla luce un progetto simile nonostante la batosta derivante dal mancato crowdfunding, ma di fatto va segnalato che Song of Horror è un’esperienza tanto artisticamente ispirata (le musiche e la gestione delle luci, poi, sono meravigliose!) quanto a tratti legnosa nel gameplay e minata da evidenti limiti tecnici per quanto riguarda alcune delle texture proposte e, soprattutto, il comparto animazioni, specialmente quelle facciali.
Inseguiti dalla Presenza e da demoni che impareremo a conoscere man mano con loro, i nostri protagonisti non saranno mai in grado di difendersi con le armi dalle oscure minacce che si pareranno loro davanti, ma dovranno fare ricorso alle proprie abilità fisiche e mentali per superare la notte indenni e non soccombere. Velocità, stealth, forza e serenità possono essere le chiavi del successo di un personaggio e decretare la fine di un altro, ma quel che più conta saranno i riflessi e l’astuzia dei giocatori, che spesso e volentieri si troveranno ad affrontare situazioni non semplici da gestire dovendo prendere decisioni piuttosto rapide o dedurre correttamente il rischio che una data stanza può rappresentare nell’economia di una specifica run. Perdete tutti e quattro i vostri sfortunati personaggi, e l’episodio terminerà con un insuccesso; battetelo con uno e tutti quanti sono periti nel tentativo di vedere il giorno successivo resteranno tra i defunti sino al termine dell’intera avventura. Ogni decisione conta.
Episodi di follia
Astuzia e rapidità: queste le uniche due armi di cui saremo dotati per far fronte a quanto ci si parerà davanti nel corso dell’avventura. Tra puzzle ambientali più e meno complessi e ampie location da esplorare – praticamente sempre di ottimo design e tutte ben caratterizzate a livello luministico e sonoro -, in Song of Horror i momenti di tensione battono sia in numero che in efficacia i jump-scares.
Affrontare la Presenza e i nostri mostri interiori significherà non tanto correre via dal pericolo quanto più evitare di imbattercisi; numerosi Quick Time Event ci richiederanno a seconda della (brutta) situazione di concentrarci per scacciare via l’oscurità attorno a noi e mantenere la lucidità, di usare tutta la nostra forza per mantenere chiuse porte che celano misteriose entità che minacciano di inghiottirci e sarà spesso possibile verificare se una stanza sia sicura o meno in un dato momento attraverso l’ascolto di ciò che si cela dall’altra parte… Insomma, sin nel ritmo Song of Horror si conferma un titolo da giocare prendendosi il proprio tempo, in modo da poter analizzare e dunque assaporare quanto siamo talvolta abituati a “rushare”. Concedete fiducia a questo titolo e ne resterete probabilmente sorpresi.
Buona fortuna Protocol Games!
Commento finale:
Titolo d’atmosfera che saprà affascinare tutti gli amanti dell’orrore letterario di stampo più classico, Song of Horror recupera immaginario e incubi da Poe a Lovecraft, da Shirley Jackson a Henry James; le sfumature della paura affrontate dagli sviluppatori di Protocol Games sono infatti senza dubbio la principale ragione per cui dovreste dare una chance alla narrazione di Song of Horror. Pur attraversati da qualche incertezza tecnica e grafica dovuta al budget (la produzione è fieramente indipendente), i cinque episodi che danno corpo all’esperienza di gioco sono brillanti e da non perdere per chiunque si interessi di survival horror à la Silent Hill e non disdegni qualche rompicapo ambientale, con una spruzzatina qua e là di avventura grafica come non se ne vedono da tempo. Da provare!
Recensione a cura di Fabio Mauro Angeli.
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Pros
- Atmosfera e narrazione di altissimo livello
- Meccaniche vecchio stile ma godibilissime
- Lo sviluppo episodico è una volta tanto sensato e la longevità buona
- A livello tecnico non è niente male...
Cons
- ... anche se chiaramente qualche evidente limite dovuto al budget c'è
- A volte la sopravvivenza, specie alla difficoltà più alta, sembra essere più nelle mani della sorte che del giocatori
- Se siete amanti dell'azione pura e dei ritmi frenetici, statene lontani!