
Tunic: il Souls-Zelda-like low-poly
Available Platforms
Genre
Action-RPG , Adventure , RPG , Soulslike
Release Date
16 Marzo 2022
Developer
Finji
Publisher
Finji
Un grande mistero da risolvere
Altro giro, nuovo Indie da recensire. Andiamo dritti al sodo per una volta: Tunic, il gioco di cui vi parlo qui, mi è piaciuto tantissimo. Il titolo si presenta durante le prime battute come un classico gioco action-RPG con una bella grafica low-poly, ma nasconde al suo interno diversi twist interessanti. Il primo approccio è infatti quasi spiazzante per quante poche informazioni vi vengono date. Pensate che la cosa è così evidente che l’avevo associata inizialmente ad una poca cura verso il prodotto, ad un esempio di non-finito non voluto. Niente di più sbagliato.
Esplorando il mondo di Tunic piano piano, pezzo dopo pezzo, inizierete a scoprire informazioni riguardo al gameplay, sulla mappa di gioco, sulla storia e sulla lore. Passo dopo passo verrete travolti da un senso di scoperta potente e suggestivo. Una sensazione che era tipica di un’altra era del mondo videoludico, quella fatta di manuali, passaparola fra amici e guide cartacee. Il vero valore aggiunto del gioco è infatti la sua forte propensione ad essere “risolto” da una community online che comunichi internamente per dipanare il grande mistero che il gioco cela al suo interno.
In Tunic si possono fare anche le cose più “normali” e consone per il genere ovviamente. Potete andare in giro, menare le mani, affrontare i boss ed esplorare il mondo di gioco. Questa a mio avviso è solo una parte del più ampio disegno e, seppur perfettamente funzionante e divertente, meno stimolante e innovativa. Il gioco piacerà a tutti coloro in cerca di un souls-like snello e semplificato, ma soddisferà ancora di più chi vorrà cimentarsi nella risoluzione del misterioso puzzle che questo gioco nasconde internamente.
Adesso però ricomponiamoci e ricominciamo da capo a parlare del gioco in modo più ordinato e puntuale: benvenuti alla recensione di Tunic, che ho giocato tramite review code su PC.
Una volpe e la vastità del mondo
In Tunic vestiremo i panni di una carinissima volpe antropomorfa risvegliatasi in uno splendido atollo soleggiato. Il gioco non ci spiega niente, non sappiamo che tasti premere, non sappiamo dove andare e non sappiamo cosa fare. Quello che capiamo dopo i primi secondi di smarrimento però è che sparsi per il mondo di gioco ci sono dei quadrati luminescenti e bianchi che possiamo raccogliere. Questi sono delle vere e proprie pagine che vanno a comporre una corposa e criptica guida che possiamo consultare in ogni momento premendo un apposito tasto. Sparse fra queste pagine troveremo la mappa dei luoghi da visitare, alcuni veri e propri tutorial e tantissime altre informazioni scritte in un linguaggio a noi incomprensibile.

Al giocatore non resta quindi che iniziare a vagare per il mondo di gioco, fare l’incontro con i primi mob, menarli e raccogliere i primi oggetti. Un bastone, poi una spada, uno scudo e tante altre cose interessanti. Il level design di Tunic è vasto e intricato: partendo dall’area principale se ne possono raggiungere delle altre completamente differenti. Ogni area è caratterizzata solitamente da una via principale da seguire per “concludere” quella sezione di gioco e di tantissimi altri bivi che portano al ritrovamento di oggetti e denaro.
La singolare struttura non lineare delle aree di gioco in combinazione con la forte cripticità che pervade l’intera produzione rende le prime ore di gioco di Tunic molto spaesanti. Questo da una parte rappresenta sicuramente un forte ostacolo per il giocatore più casual, ma riesce a trasmettere un forte senso di curiosità e smarrimento che scommetto sarà amato da molti. Non è un gioco per tutti: la sua cripticità e chiusura verso il giocatore lo può rendere odioso e incomprensibile, questo va detto. Tutti coloro che però davanti a questo ostacolo non molleranno e inizieranno a ragionare su tutto quello che il gioco ci nasconde beh, otterranno in cambio un’esperienza videoludica magnifica.
Tre colpi di spada, un parry al punto giusto e un pizzico di incomprensione: il Souls-Like è servito.
Tunic può essere definito come un Souls-like con grafica isometrica snellito e semplificato. Vediamo infatti rappresentati diversi canoni del genere. C’è la perdita di risorse alla nostra morte da poter recuperare tornando sul luogo del misfatto, ci sono le pozioni riutilizzabili, ci sono i “falò” dove rinascere e ovviamente le ardue bossfight a base di parry e tempismo. Gli sviluppatori di FINJI hanno ricalcato gli stilemi del genere senza stravolgerli ma limandoli con lo scopo di creare un titolo più semplice e intuitivo sotto al lato del gameplay, ma comunque affascinante e coinvolgente.
L’operazione a mio parere è perfettamente riuscita. Il gameplay e la progressione di Tunic non risultano innovative, ma perfettamente coerenti: una struttura solida su cui costruire una lore ed un immaginario estremamente affascinante. È poi presente un’alternanza di ambientazioni accattivante: tra atolli sabbiosi e sconfinati, cimiteri lugubri popolati di fantasmi e miniere fantascientifiche pullulanti di soldati armati, ce n’è veramente per tutti i gusti.
È l’ora di menare le zampe
Il parco avversari è piuttosto vasto. Si passa da semplici blob, a polpi melmosi, volpi fantasma, furetti soldato e chi più ne ha più ne metta. Ogni nemico ha una routine di combattimento diversa ma sempre molto semplice e leggibile. Il problema nell’affrontarli sta infatti nella quantità di avversari incontrati contemporaneamente e nelle infami interazioni che si vengono a creare tra di loro. Non è raro imbattersi per esempio in un gruppo di nemici rapidi e letali che prevalgono nel corpo a corpo mentre qualche altra creatura vi bersaglia dalla lunga distanza. Niente di mai visto o estremamente complesso, ma comunque abbastanza da divertire.
La nostra piccola volpe da parte sua avrà diversi modi per difendersi. Il combat system è molto classico e basato sul tempismo. Durante i duelli dovremo gestire con attenzione la stamina per i dodge e gli scatti, dato che se la porteremo a zero, diventeremo lenti e subiremo più danni. Oltre a ciò avremo degli oggetti incantati che con il loro utilizzo andranno a svuotare progressivamente la barra della magia. Questi strumenti ci permetteranno di ghiacciare i nostri avversari, rallentare il tempo e di generare diversi altri effetti interessanti capaci di vivacizzare i combattimenti.
Ultimo tassello sono gli oggetti monouso come candelotti di dinamite e potenziamenti temporanei vari che potremmo usare prima di intraprendere una battaglia più ardua del previsto. Tutti tasselli di un combat system che regge perfettamente, ed è abbastanza per intrattenere il giocatore per le circa 15/20 ore richieste per completare il titolo.
Aspetta, ma quello quanto è grande?
In Tunic sono presenti solo una manciata di bossfight, ma tutte esteticamente bellissime e convincenti. I mostri di fine livello che andremo ad affrontare sono sempre molto affascinanti, oltre che belli tosti da abbattere. Questi combattimenti, come da tradizione, si basano sulla comprensione della routine di attacco del vostro avversario e sulla vostra prontezza di riflessi. Vi consiglio, per esempio, di capire come si fa a far salire le statistiche del proprio personaggio prima di affrontarli. Insomma, non come ho fatto io perdendo ore di vita e sanità mentale..
Il merito della bellezza di questi scontri va tutto alla direzione artistica minimal e ben curata. Il gioco infatti accosta lo stile low-poly ad un sistema di illuminazione molto impattante. La resa a schermo ricorda un po’ uno Zelda e un po’ un Octopath Traveler. Tunic è ricco di scenari fantasy molto diversificati tra loro e pieni di oggetti e nemici. Se durante le prime ore di gioco gli ambienti possono apparire un po’ generici e “già visti”, proseguendo nell’avventura la messa in scena delle aree avanzate riesce a stupire e colpire il giocatore.
Commento finale
Tunic è un gran bel gioco, non c’è molto da dire. La direzione artistica è affascinante e ben realizzata, il gameplay è poco innovativo, ma solido e appagante. Tunic riesce poi a trasmettere un senso di scoperta estremamente avvincente e interessante. Il gioco perde mordente riguardo alla narrativa risultando molto, forse anche troppo, criptico in tanti suoi componenti. Se però desiderate un Souls-like snello, interessante e rapido, non andate oltre: questo è il gioco che state cercando.
Recensione a cura di Carlo Alberto Iocco.
Qui il sito ufficiale di Tunic. Curiosi di leggere altre nostre recensioni? Eccoti accontentato!

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Pros
- Grafica low-poly minimale e estremamente curata
- Livello di difficoltà sempre interessante
- Potrebbe diventare una vera droga per gli amanti dei puzzle e della lore
Cons
- A volte fin troppo enigmatico
- La trama è composta da sola lore